ANSIA DA PRESTAZIONE SPORTIVA
come affrontarla e superarla
L’ansia da prestazione viene definita come la risposta a una situazione correlata allo sport che l’individuo percepisce come potenzialmente stressante, risultante da una serie di valutazioni cognitive, risposte comportamentali e/o arousal psicofisiologico (Ford, Ildefonso, Jones e Arvinen-Barrow, 2017).
ANSIA DA PRESTAZIONE SPORTIVA:
che cos’ è

Ti è mai successo nella tua vita di sentirti impietrito, di provare paura e sentire le pulsazioni aumentare e il respiro farsi affannoso? Che cosa hai fatto?
La maggior parte delle persone che leggono queste parole avranno la possibilità di ricordare una prestazione in cui sono state vittime di una forte stato di ansia. Se si andasse a ritroso di ciò che è accaduto nella testa dell’atleta si scoprirebbe che ciò in quel momento quella persona sta provando chiamata “ansia” in realtà non è altro che una reazione a qualcosa spesso difficile da comprendere. Infatti ogni persona percepisce stressor diversi, perchè la lettura che ne fa del contesto, dei fattori che lo caratterizzano (e della gara stessa) è in grado di trasformare semplici elementi di quella situazione in stressor. E tali stressor in quella persona influenzano probabilmente la sua performance, decisamente. Pertanto è importante iniziare un lavoro di scoperta e consapevolezza dei propri processi mentali e del proprio mondo emotivo. Con una psicologa dello sport infatti si può iniziare a identificare tali elementi, si mette al centro le proprie potenzialità e risorse.
Non più in primo piano mancanze e emozioni negative !
Emozioni negative non gestite prima e durante la gara immobilizzano, fanno tremare, fanno respirare male, fanno pensare che non stiamo andando male e non stiamo facendo una buona performance. Remano contro il vostro obiettivo di fare la miglior prestazione possibile!
E’ necessario però identificarle e vederle, non far finta che non esistono, perchè siamo umani, abbiamo tante emozioni. Come abbiamo gioia e stupore vi è anche paura, rabbia e tristezza. Nel momento in cui sono in vasca, in campo, in palestra, però devo sentirmi in pace con me stesso, devo sentirmi sereno, positivo verso l’obiettivo per cui ho lavorato da tempo con tutto me stesso. E vedrai se ci credi, ce la farai !!!
Conseguenze e come gestirla
Le conseguenze dell’ansia da competizione
Numerose possono essere le conseguenze dell’ansia da competizione e spesso possono rappresentare delle problematiche per gli atleti (HasanaH e Refanthira, 2020). Questa tipologia di ansia è legata al mondo dello sport, e può colpire sia atleti agonisti che professionisti, compromettendone le performance. E’ quello che accade quando ad esempio in allenamento va bene, anzi molto bene ed in gara invece non si replica le performance degli allenamenti e in generale spesso non si riesce a eseguire una performance ottimale proprio a causa dell’ansia da competizione. La componente psicologica risulta quindi importantissima, infatti, secondo alcune ricerche, proprio la componente psicologica ha determinato la vittoria di circa l’80% delle vittorie professionistiche in numerosi sport.
Questo tipo di ansia compare spesso poco prima che l’individuo abbia un incontro o una partita, e tende a compromettere la performance dell’atleta (HasanaH e Refanthira, 2020). In particolare si può distinguere la componente cognitiva da quella somatica. La componente cognitiva è il prodotto di processi disfunzionali di pensiero e la componente somatica riguarda le manifestazioni fisiche dell’ansia come la mancanza di respiro, la tensione muscolare, la tachicardia e l’eccessiva sudorazione derivanti da un’iperreattività autonomica (Martens, Vealey e Burton, 1990).
Come gestire l’ansia da prestazione
Alcuni strumenti che possono supportare l’atleta nel gestire l’ansia da competizione riguardano l’utilizzo di una serie di tecniche mentali, come il self-talk motivazionale, la pianificazione di obiettivi, la ristrutturazione cognitiva e tecniche di respirazione.
Tutte queste tecniche, insieme al percorso con una psicologa dello sport , hanno lo scopo di permettere all’atleta di raggiungere una performance ottimale cercando di mostrare tutto il suo potenziale in un’esperienza sportiva caratterizzata da un vissuto emotivo positivo di benessere, divertimento, soddisfazione .
“Sono seduto su una panca a fissare la parete e mi sento confuso. Stordito. Vorrei alzarmi ma non riesco. Ho paura.Fra pochi minuti lo speaker pronuncerà il mio nome ed entrerò nell’arena di Rio. E’ come nei sogni. Vorrei muovermi ma non ce la faccio.
…Ho paura anche se sono il favorito. Ho paura nonostante da mesi tutti mi diano pacche sulle spalle e mi dicano: “Chiama appena torni dal Brasile, vogliamo toccare con mano la medaglia d’oro”.Sono convinti di conoscermi bene, loro.”
…Gli altri atleti stanno andando verso la camera di chiamata. Li devo seguire. Riprovo ad alzarmi. Non riesco. Sento le pulsazioni aumentare, il respiro farsi affannoso.
…Sono nel mio letto. A casa. Il poster gigante di Ian Thorpe mi osserva con l’espressione rassicurante e un pò ironica di chi pensa:”paura eh? Bell’incubo che ti sei fatto…”.
Gregorio Paltrinieri Il peso dell’acqua
«L’ansia è diventata il mio guaio più grave […]. Quando l’ansia toccava l’apice, non riuscivo nemmeno a entrare in acqua: arrivavo ai blocchi di partenza e correvo via»
(Federica Pellegrini)

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